|  Login
A002 mercoledì 1 maggio 2024
Intervista Agenda 21 Riduci

agenda21.jpg

TRACCIA DI INTERVISTA PER “STAKEHOLDERS” DEL PERCORSO DI A21 NEL CHIANTI FIORENTINO

 

 

PREMESSA

 

Delle interviste verrà prodotto un report critico che verrà presentato alla prima riunione del Forum di A21 che per il momento è stata fissata in data 19/1/2005. In particolare il Report conterrà un primo bilancio critico di quanto emerso con una particolare attenzione alle problematiche dei processi partecipativi  .

 

L’intervista è strutturata su tre livelli:

A.    domande sul modello di sviluppo economico e sociale;

B.    domande sulle crisi e sui problemi ambientali;

C.    domande sui conflitti ambientali, sugli attori e sulle modalità di risoluzione.

 

I caratteri di omogeneità in termini di potenzialità (ma anche di problematicità ) , che emergono da tendenze tutt’ora in atto e quindi in ulteriore evoluzione, inseriti a premessa del progetto di A21 per il Chianti fiorentino selezionato dal bando regionale   sono:

    • il carattere di distretti rurali di questi territori caratterizzati da una notevole estensione della superficie forestale e agricola, da una densità abitativa che, pur nelle differenze inevitabili tra i Comuni, mantiene in generale un livello contenuto, da una presenza di importanti e diffuse attività agricole di qualità ed  al consolidamento  di un turismo legato alla promozione di valori ambientali e sociali ;
    • la tendenza alla controurbanizzazione verso questi territori dovuta principalmente alla capacità di attrazione esercitata da un ambiente rurale pregevole in grado di offrire una migliore qualità della vita supportata dal miglioramento dei sistemi di collegamento con i centri urbani più importanti;
    • la presenza di aree industriali maggiori della zona senese del Chianti che, pur non assumendo i caratteri del distretto industriale, possono garantire a questi territori un carattere di diversificazione dello sviluppo come di valore aggiunto potenziale in termini di formazione locale, promozione della innovazione tecnologica etc.
    • le difficoltà di politiche di innovazione tecnologica di processo e di prodotto data la limitata dimensione delle aziende locali
    • la necessità di realizzare politiche integrate per lo sviluppo del territorio chiantigiano e di individuare soggetti in grado di fornire il supporto tecnico – operativo  per la gestione di tali politiche nel rispetto del ruolo di indirizzo degli enti locali .

 

 


 

DOMANDE

 

Generalità e attività dell’intervistato

 

  1. nome e cognome, età, professione e eventuale ruolo istituzionale dell’intervistato

Alessandro Betti  46 anni Impiegato –Presidente Movimento Civico Obiettivo Comune

 

  1. principali attività svolte dall’associazione/ente rappresentata/o in relazione al territorio oggetto del percorso di A21

Obiettivo Comune è un movimento Civico che opera nel Comune di Barberino Val d’Elsa , sia come soggetto politico che come soggetto culturale e associativo.

 

 


 

A. Sviluppo locale

 

  1. Come descriverebbe l’area in cui vive e lavora ? Quali sono, secondo lei, le principali caratteristiche del suo modello di sviluppo economico e sociale ?

Barberino e’ un comune che presenta sia un aspetto rurale , peraltro molto ampio , che zone a sviluppo industrializzato; l’intero territorio è però soggetto a numerose problematiche ambientali dovute sia alla fragilità del territorio che alle industrie esistenti e ai problemi di inquinamento ad esse collegate . Inoltre lo sviluppo industriale si è protratto negli anni senza piani e regole definite. L’interesse della Amm.ni Comunali negli anni 70/80 è sempre stato improntato ad incentivare e non controllare lo sviluppo dell’area industriale con le conseguenze di un progressivo caos.

 

 

  1. In che direzione pensa si stia evolvendo oggi il modello di sviluppo economico e sociale della sua area ?

L’area del Chianti –Senese e Fiorentina , vive a mio avviso un periodo di assestamento ma anche di cambiamento. Mentre negli anni 80/90 il cambiamento in molti Comuni  (es. Castellina , Radda)  è stato improntato ad una massiccia implementazione sia del settore turistico che del settore agricolo , in altri comuni come ad esempio Barberino si è assistito invece ad una pericolosa stagnazione accontentandosi di gestire l’esistente .(area industriale)

Oggi i comuni citati hanno creato un sub-strato economico molto forte che ha permesso loro di gestire senza grosse problematiche anche gravi crisi aziendali come quella della Niccolai , Barberino invece rimane ancora pericolosamente ancorato al solo sviluppo industriale un eventuale periodo di recessione potrebbe avere anche conseguenze piuttosto serie.

 

 

 

 

  1. Nello sviluppo locale dell’area interessata quale ruolo giocano i caratteri di omogeneità sia in termini di potenzialità che di  problematiche da affrontare

L’omogeneità delle aree esiste ma al contempo, dovrebbe essere perseguita come obiettivo con un indirizzo comune circa le strade da percorrere in futuro. E’ chiaro che un siffatto intervento abbisogna di politiche condivise a livello di area.

 

 

 

  1. Come definirebbe il ruolo degli Enti Locali nell’ambito del processo di sviluppo locale, sia storicamente che nelle  prospettive future più immediate ?

Come detto in precedenza , Barberino ha , a mio avviso, più subito che guidato un vero e proprio programma di sviluppo locale. Anche oggi la politica locale appare piuttosto confusa in merito. Cio è in parte dovuto al cambio di amministrazione e alla non condivisione degli indirizzi individuati dalla amministrazione precedente.

Al di la di questo resta a mio avviso irrisolto , per adesso, il ruolo che il comune dovrà assumere nelle politiche locali,sia nelle prospettive immediate che future .

Le progressive politiche portate avanti con Tavarnelle presupporrebbero che le prossime scelte saranno fatte su aree più grandi o comunque , tenendo conto delle realtà comuni, rimane da chiarire se nel concreto esiste da parte delle due amministrazioni una volontà comune e indirizzi comuni nel perseguire gli obiettivi e se questi siano realmente necessari all’intera area o se volontà politiche più forti riusciranno ad imporre agli altri scelte non condivise né utili per quel territorio.

 

 


 

B. Problemi e crisi ambientali

 

  1. In che maniera e con quali caratteristiche, nel passato, il modello di sviluppo economico e sociale ha inciso sull’ambiente e sul territorio dell’area ?

Come detto in precedenza nel nostro territorio la crescita industriale è andata a discapito sia del terziario che del turistico ricettivo, la crescita abnorme ed incontrollata di tale settore ha provocato e provoca numerose problematiche di carattere ambientale soprattutto per l’area valdelsana.

Allo stato attuale , sempre che il progetto di monitoraggio non si sia attualmente concluso, neppure l’amministrazione Comunale è in grado di fornire dati attendibili sulla tipologia delle industrie e sul loro grado di pericolosità e neppure sul rispetto delle stesse circa l’emissioni sia in aria che al suolo (scarichi fognari).

 

 

  1. Quali sono i principali problemi ambientali e territoriali che si possono riscontrare oggi nella sua area ?

Mancati o scarsi controlli sulle emissioni in atmosfera, pochi controlli sugli scarichi, problemi ambientali e di inquinamento dovuti ad aziende  presenti sul territorio ( odorigeni, eventi di malesseri dei cittadini circostanti la zona industriale, pini intaccati da nube tossica nel 1999/2000, problemi dei lavoratori legati all’uso di sostanze tossiche ecc)  , viabilità non conforme al carico urbanistico della zona industriale , fragilità della zona fluviale , fragilità delle zone collinari.

 

 

 

 

  1. Ritiene che oggi l’evoluzione del modello di sviluppo locale possa avere un ruolo positivo o negativo sugli equilibri ambientali e territoriali della sua area ?

Molto dipende dal carattere del modello di sviluppo scelto; personalmente  però ritengo le scelte della attuale amministrazione pericolosamente legate al modello preesistente che giudico negativamente.

 

 

 

  1. Secondo lei, quale rapporto dovrebbe instaurarsi fra modello di sviluppo locale, società locale, ambiente e territorio nella sua area ?  Che peso potrebbe avere ancora la produzione industriale e/o artigianale rispetto ad altri settori (turistico, agricolo, servizi etc.) in questo contesto ?

IL nostro territorio è un territorio misto e a vocazione produttiva diversificata. Ci sono aspetti ben definiti e per alcuni versi difficilmente mutabili , ciò non toglie che si debba ricercare un equilibrio tra i vari modelli.

Inoltre incoraggiare il cambiamento non vuol dire penalizzare un settore rispetto ad un altro , vuol dire a mio avviso creare nuove opportunità , quindi non restare necessariamente ancorati ad un modello di sviluppo preesistente che potrebbe risultare in futuro anche obsoleto rispetto alle necessità emergenti.

C’è però da sottolineare come su Barberino il settore turistico ricettivo sia alquanto arretrato rispetto al territorio circostante. Considerando invece la posizione del comune alquanto strategica dal punto di vista turistico (metà strada fra Siena e Firenze, vicinanza con San Gimignano, Volterra , bellezze naturali non di secondaria importanza, siti archeologici e centri storici) credo che si potrebbe agire per incentivare la crescita di tale settore (senza appesantire il  carico sul territorio) soprattutto per diversificare l’offerta turistica (oggi in gran parte in agriturismi o case vacanze)introducendo anche  Hotel o Pensioni.

Appare chiaro che agendo in tale direzione si finirebbe per diminuire il peso della produzione industriale, soprattutto come incidenza sull’economia territoriale.

Mantenere lo status attuale , ma anche ridurlo in parte , non significa però abbandonare la vocazione industriale dell’area , semmai mantenere inalterato il carico che essa produce a livello ambientale , cercando poi di miglioralo attraverso opportuni interventi.

L’industria potrebbe essere incentivata a produrre secondo criteri ambientali nuovi (gli strumenti vanno ricercati dalla amministrazione ) al fine di diminuire il carico ambientale e avere prodotti in uscita minimamente dannosi per l’ambiente.

Si finirebbe così per creare un equilibrio nuovo tra zona industriale e ambiente circostante, e per avere una situazione economica migliore grazie alla crescita e al potenziamento degli altri settori.

 

 


 

C. Le problematiche ambientali: il ruolo della  comunità locale

 

  1. A suo giudizio, le problematiche ambientali sono diventate rilevanti nel condizionare l’evoluzione del modello di sviluppo locale ? Se sì, da quando ?

Le problematiche ambientali sono divenute rilevanti nel condizionare l’evoluzione del modello solo da pochi anni.

C’è comunque una coscienza ambientalista che purtroppo si risveglia solo in presenza di macrofenomeni che interessano la zona.

Nella realtà la stragrande maggioranza dei cittadini percepisce la zona industriale e le sue problematiche solo come un qualcosa di fastidioso ma inevitabile , non si pone(o se lo pone una minoranza) il problema di incoraggiare e gestire il cambiamento e purtroppo anche coloro che sono chiamati ad amministrare il territorio sono spesso poco sensibili a queste tematiche.

Occorrerebbe invece uno sforzo maggiore per veicolare informazioni e chiedere ed avere un coinvolgimento maggiore dei soggetti del territorio al fine di condizionare effettivamente in positivo l’evoluzione dei modelli.

 

 

 

  1. Quali sono stati e sono oggi gli attori principali che hanno posto all’attenzione le suddette problematiche ambientali ?

Soprattutto è attraverso l’opera del Comitato per la difesa per l’ambiente , costituitosi nel 1999 e attraverso l’opera dell’amministrazione Bazzani che si è cominciato a focalizzare l’attenzione sulle problematiche ambientali del nostro territorio.

 

 

 

  1. Come si sono rapportati gli attori locali alle problematiche ? Quali orientamenti e atteggiamenti hanno espresso in passato e esprimono oggi ? In particolare sarebbe interessante un suo giudizio  su movimenti ambientalisti, comitati civici, partiti e movimenti politici, istituzioni locali, regionali e nazionali-comunitarie, istituzioni tecniche (consulenti, ARPAT, università, USL, ecc.), imprese, organizzazioni di rappresentanza degli interessi (sindacali, datoriali, ecc.), ecc.

A livello locale la nascita del Comitato e la conseguente presa di coscienza di molti cittadini ha portato anche al cambiamento di maggioranza nelle precedenti elezioni comunali. Tutto ciò ha creato una conflittualità inevitabile , soprattutto perché le forze politiche che oggi siedono di nuovo alla guida del comune hanno vissuto il tutto non in maniera critica ma come una specie di prevaricazione del loro diritto “sic” acquisito di guidare questo territorio.

In realtà coloro che hanno fatto parte del comitato e anche della precedente amministrazione appartenevano alle più svariate estrazioni politiche , ma erano uniti da un progetto ambientalista del tutto trasversale alle ideologie.

Tutto ciò avrebbe potuto essere il principio di un processo di ripensamento e di costruzione di una seria politica ambientale e territoriale condivisa a 360 gradi, in realtà tale processo si è fermato ad un livello estremamente superficiale

I soggetti coinvolti appaiono tuttora divisi e su posizioni piuttosto distanti , con inoltre una diffidenza reciproca dovuta alle esperienze passate.

Agenda 21 potrebbe risultare lo strumento utile al superamento di tale fase e in grado di far sedere ad un unico tavolo le varie forze presenti sul territorio , molto dipenderà dalla reale volontà di sostenere tale processo e di farsi carico delle eventuali strategie  e indirizzi che ne deriveranno.

La mia esperienza  , anche come amministratore , è invece piuttosto negativa nei confronti delle istituzioni locali (provincia – regione) in materia di ambiente mentre il rapporto con l’ARPAT ha avuto vari momenti di positività, un giudizio invece estremamente critico anche per movimenti ambientalisti Nazionali, imprese, e anche organizzazioni sindacali (sempre in materia di ambiente).

 

 

 

  1. Alla luce dell’evoluzione del modello di sviluppo locale e delle relative problematiche ambientali, quali pensa che siano le possibili eventuali soluzioni alla questione posta dal rapporto tra ambiente e sistema economico-sociale nella sua area ?

Contenere  lo sviluppo industriale dell’area (già estremamente satura ), favori processi di recupero o riconversione industriale , favorire ed incentivare una produzione industriale eco compatibile, migliorare il sistema viario, favorire lo sviluppo del settore turistico ricettivo.

 

 

 

 

  1. Quale ritiene che sia la via migliore e più realistica da perseguire per favorire una  coniugazione  sostenibile tra ambiente e sviluppo nella sua area ? In particolare si dovrebbero favorire modelli  coercitivi - autoritativi,  modelli di composizione concertata o modelli fondati prevalentemente sui dinamiche di incentivazione – disincentivazione ?
  2.  

Difficile dire quale è la via migliore , appare chiaro che l’optimum sarebbe un modello condiviso da tutti i soggetti , si potrebbero però avere sia momenti di incentivazione che di concertazione (sempre per arrivare alla maggior condivisione possibile degli obiettivi) ma appare chiaro che anche un indirizzo normativo serio ( che preveda modelli direttivo/impositivi) resta indispensabile per innescare tali processi.

 

 

 

 

  1. Quali strumenti e/o soggetti tecnico istituzionali potrebbe favorire la promozione di politiche integrate per sostenere lo sviluppo economico del territorio chiantigiano : distretto rurale, riforma e potenziamento di EuroChianti o addirittura creazione di una Agenzia  per lo sviluppo locale ? 

La scelta del modello la ritengo secondaria rispetto alla condivisione degli obiettivi, credo che il distretto rurale potrebbe essere uno strumento interessante anche per l’attivazione di politiche di area sia per l’accesso a fondi e finanziamenti.

 

 

 

  1. Ritiene che la società locale nelle sue articolazioni sociali, economiche e istituzionali debba essere protagonista di questa soluzione ? Se si quale è il suo giudizio sul modello di concertazione e sui processi partecipativi fino ad ora presenti nel territorio interessato dal progetto di A21

E’ ovvio che la società ed il territorio debbano essere coinvolti e protagonisti , sia nella ricerca di soluzioni, che anche nell’individuazione degli obiettivi e delle strategie future. Ritengo che proprio il modello concertativo sia il grande assente sulle politiche territoriali del nostro comune e che il recupero di tale percorso potrebbe essere estremamente faticoso .

Il  mio giudizio è chiaramente negativo , se si eccettuano i tentativi compiuti negli ultimi 5 anni.

L’assenza totale di un modello concertativo e la presenza sul territorio di modelli consociativi ha creato i danni che tutti abbiamo rilevato in questi anni, la precedente amministrazione aveva cominciato a costruire tale modello e agenda 21 era uno degli strumenti scelti.

Si obietterà che anche le scelte compiute dall’amministrazione Bazzani sono state scelte non concertate, ritengo però che ciò sia solo parzialmente vero, c’era il bisogno espresso da gran parte del territorio di andare a definire norme certe che creassero un punto di partenza solido e ponessero ordine nel disordine generale.

Questo è ciò che si è cercato di fare , da qui doveva e dovrà partire la concertazione tesa a cercare di migliorare , dove è possibile,  le strategie e  i percorsi di gestione del territorio che si sono iniziati a delineare.

 

 

 

 

  1. Ritiene che il percorso di Agenda 21 potrebbe essere il metodo per favorire un   ruolo attivo  della comunità locale nei processi decisionali relativi all’uso e sviluppo del territorio ?

Indubbiamente agenda 21 potrebbe  essere uno strumento valido nel favorire quel coinvolgimento attivo nei processi decisionali da tutti auspicato.

 

         



Home  |  Un pò di storia  |  Il Movimento Civico  |  Il Consiglio Comunale  |  Contatti
Copyright (c) 2000-2006
DotNetNuke® is copyright 2002-2024 by DotNetNuke Corporation